È stata aperta il giorno di Yom Hashoah, nell’atrio antistante l’Aula Magna, la mostra che le terze della scuola secondaria di primo grado hanno allestito a conclusione del progetto tematico che si è sviluppato lungo tutto l’anno scolastico. Il progetto Shoah, rivolto a tutte le classi della secondaria di primo grado, è stato ideato dalla professoressa Rossella De Pas, che lo ha articolato in diverse attività, fra cui un incontro con Daniela Dana, presidente dell’associazione Figli della Shoah, un incontro con Bruna Cases, che ha portato la propria esperienza di bambina fuggitiva durante la guerra, e la visita al Binario 21.
Una mostra “personalizzata”
La mostra allestita dalle terze aveva come tema I bambini nella Shoah: i ragazzi, sulla falsariga dell’omonima mostra curata dallo Yad Vashem, hanno avuto il compito di selezionare immagini, oggetti, letture e testimonianze per offrire uno spaccato sulle vite dei loro coetanei a seguito delle leggi razziali e durante la guerra e la persecuzione. «I ragazzi hanno visto la mostra dello Yad Vashem e l’hanno “personalizzata”, portando anche materiali del proprio vissuto: la foto di un bisnonno, i documenti di identità dei nonni, le foto della Scuola Ebraica di Venezia di allora perché qualcuno ha origini veneziane» spiega Rossella De Pas.
La presentazione ai compagni più piccoli
Ma non solo. Gli studenti delle terze hanno spiegato ai loro compagni di seconda il lavoro svolto e hanno fatto loro da guida nelle diverse stazioni dell’esposizione. La presentazione è cominciata in classe, dove due studentesse molto preparate hanno illustrato ai compagni le slide che introducevano il quadro storico (la Shoah, le leggi razziali in Germania e in Italia, la vita dei bambini) e i temi della mostra, fra cui la casa, la famiglia, l’istruzione, il gioco, la religione, il lavoro minorile.
Le stazioni dell’esposizione
Dopo la presentazione, svoltasi alla presenza anche di alcuni genitori, gli alunni delle terze hanno suddiviso i compagni più piccoli in gruppi e li hanno condotti a vedere l’esposizione: ogni stazione era presidiata da uno studente che con competenza, attenzione e proprietà di linguaggio illustrava i materiali dell’epoca e leggeva brani e testimonianze. Ogni gruppo ha visitato tutte le stazioni e, al termine, gli studenti di terza hanno chiesto ai compagni di scrivere su un biglietto le proprie osservazioni, emozioni e commenti a ciò che avevano visto e sentito. L’attività si è conclusa con la lettura dei biglietti e la condivisione dell’esperienza e il racconto di uno studente di come suo nonno ha trascorso gli anni della guerra in Libano.