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La quinta primaria al Consultorio Mangiagalli nell’ambito del progetto affettività e sessualità

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È un progetto, quello sull’affettività e la sessualità, che per i bambini della quinta primaria si concretizza in tre incontri, due in classe e uno in un Consultorio pubblico per fare conoscere loro la struttura attraverso le parole di medici ed educatrici. Gli incontri in classe sono stati tenuti dalla dottoressa Sara Salmona insieme a un’educatrice del Consultorio della clinica Mangiagalli, che hanno poi guidato i bambini nella visita alla struttura la scorsa settimana.

Soddisfare le curiosità in maniera corretta

«In questi incontri si parla ai bambini della pubertà, dei cambiamenti che avverranno nel loro corpo, degli organi riproduttivi, della gravidanza, ma anche di temi come l’alimentazione, spiegando cos’è l’anoressia, del consenso al contatto fisico e di come reagire a situazioni potenzialmente pericolose» spiega la morà Elisabetta Nolli che ha seguito i bambini nel progetto. «A questa età i bambini sono molto curiosi della sfera sessuale, ed è quindi preferibile cominciare a guidarli in maniera professionale, spiegando le cose nella maniera corretta invece di lasciare un vuoto che colmerebbero reperendo informazioni chissà dove».

Una scatola per le domande

Durante il primo incontro viene consegnata alla classe una scatola in cui i bambini possono inserire qualunque domanda in forma anonima, cui le professioniste danno riposta durante l’ultimo incontro. «Occorre rispondere anche alle domande più dirette con tranquillità e professionalità, in modo da trasmettere loro serenità a proposito dei temi affettivi e sessuali e delle curiosità che suscitano» spiega Elisabetta Nolli.

A cosa serve il Consultorio

In Consultorio la dottoressa Salmona e l’educatrice hanno spiegato ai bambini qual è la funzione della struttura, come può essere utile agli adolescenti, chi vi opera – medici, psicologi, educatori. È stato detto loro quando arriverà il momento, potranno andarci per i metodi contraccettivi e che, compiuti i 14 anni, le ragazzine vi si potranno recare anche per visite ginecologiche.

Le attività su pericoli e consenso

Il tema delle situazioni potenzialmente pericolose da evitare è stato affrontato presentando ai bambini possibili scenari e ragionando insieme su come comportarsi: il custode del parco che invita insistentemente a venire nel proprio capanno, gli adulti che fanno domande personali insistenti, le richieste inappropriate sui social media… Il tema del consenso è stato invece affrontato con un’attività in una sala del Consultorio. «Mentre i bambini camminavano nella saletta l’educatrice alzava un cartello con un’azione da compiere. Per esempio fare una carezza a un compagno, oppure tirare i capelli, oppure dare un pizzicotto, o ancora un bacio. Si è poi chiesto ai bambini come hanno percepito queste azioni, riflettendo sul gradevole e lo sgradevole, sul sentirsi a disagio o a proprio agio e spiegando che in presenza di azioni sgradevoli che mettono a disagio bisogna dire no e non forzare l’altro a subirle» conclude la morà Nolli.

Claralinda Miano

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Alberto Jona Falco

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