
Un ciclo di due incontri con Mario Salmona, senior advisor presso il dipartimento di Ricerca biochimica e farmacologia molecolare dell’Istituto Mario Negri, per informare gli studenti del triennio superiore dei danni causati da fumo, alcol e droghe. Il progetto di prevenzione delle dipendenze si è svolto a febbraio con due incontri: il primo dedicato al fumo e il secondo incentrato su alcol e droghe.
Numeri e dati per decidere
Salmona, biochimico, ha affrontato i temi da scienziato, soffermandosi su numeri, dati, effetti fisiologici: «Sono un ricercatore», ha detto ai ragazzi, «non voglio dirvi cosa è giusto o sbagliato. Semplicemente vi mostrerò una serie di dati, fatti e problemi relativi all’uso di queste sostanze. Sarete voi a trarne le conclusioni e a prendere le vostre decisioni».
L’adolescenza momento critico
Gli adolescenti, ha spiegato Salmona, hanno una naturale propensione alla ricerca di sensazioni nuove e per questo mostrano un’elevata curiosità verso la sperimentazione di alcol e molecole psicoattive. Vista la loro giovane età, sono però anche molto vulnerabili agli effetti di queste sostanze. L’adolescenza è anche l’età in cui si è più suscettibili a sviluppare dipendenze: i dati dicono che il picco di rischio si colloca tra i 15 e i 17 anni, quando il cervello non è ancora completamente sviluppato e l’esposizione alle sostanze d’abuso può compromettere in modo permanente alcune funzioni cognitive, riducendo intelligenza, concentrazione e capacità decisionali. «Siete in un periodo critico della vostra vita dal punto di vista della dipendenza, e dovete esserne consapevoli» ha avvisato l’esperto.


Cosa causa la dipendenza
Salmona ha quindi spiegato il meccanismo fisiologico alla base della dipendenza, evidenziando il ruolo cruciale della dopamina, un neurotrasmettitore che regola le sensazioni di piacere e che è stimolato dalla gratificazione, dalla motivazione, dall’attività fisica, ma anche da sostanze come nicotina, alcol, cannabis, oppiacei e psicostimolanti. «La produzione di dopamina nel cervello è un meccanismo critico, perché le scelte che facciamo dipendono dal piacere che ci procurano. Il fenomeno è fisiologico: la produzione di dopamina genera piacere, pertanto siamo spinti a ricercare la sostanza che la stimola per mantenere il livello di piacere. Ma un rilascio eccessivo e continuo di dopamina porta alla dipendenza e controlla le nostre scelte».
Più lunga la vita, più lungo il danno
Gli effetti di alcol e droghe hanno effetti devastanti sullo sviluppo cerebrale e causano danni permanenti: «I neuroni sono strutture complesse che formano circuiti specializzati; la disaggregazione o la rottura di questi circuiti genera problemi a lunga scadenza. La vostra generazione ha un’aspettativa di vita di 100 anni, e ciò significa che il danno si protrarrà molto più a lungo. È importante valutare questi fenomeni in proiezione, perché avranno un effetto nel futuro».
La letalità di fentanyl e droghe sintetiche
Il biochimico ha poi parlato del concetto di craving, cioè il desiderio incontrollabile di assumere una sostanza. Questo meccanismo porta a una condizione di dipendenza cronica. In particolare, le droghe sintetiche come il fentanyl, molto diffuse negli Stati Uniti, sono tra le più pericolose per l’alto potenziale di dipendenza e la loro elevata letalità. «Il mercato della droga si sta spostando sulle sostanze sintetiche, che stanno sostituendo cannabis, eroina e cocaina, derivate dalla coltivazione di piante. Le sostanze sintetiche sono più economiche e facili da produrre, ma anche molto più pericolose». Il fentanyl, per esempio, è una molecola molto utile per la medicina, utilizzata come anestetico e come antidolorifico per i malati oncologici terminali. «Ma è usata in dosi piccolissime, perché 3 milligrammi di fentanyl sono sufficienti a uccidere una persona. Negli Stati Uniti 70mila giovani sotto i 30 anni muoiono ogni anno a causa di questa sostanza. E i suoi derivati sono ancora più letali: una quantità quasi invisibile porta subito alla morte».
I danni della cannabis e dell’uso sporadico
Anche l’uso sporadico di droghe può causare gravi problemi: una “prima dose” banalmente, può essere fatale per sovradosaggio o per la tossicità delle sostanze da taglio utilizzate. L’uso sporadico può comunque causare cancro, malattie cardiovascolari, malattie respiratorie, malattie neurologiche e complicanze gastrointestinali, così come patologie indirette quali AIDS, epatite A ed epatite B. La cannabis, considerata una droga “leggera”, può portare a effetti cronici come alterazioni della memoria, alterazione delle funzioni cognitive superiori, rischio di cancro al polmone, compromissione dello sviluppo fisiologico del cervello degli adolescenti e a patologie come broncopolmoniti, infarto, ictus, depressione.
Il paradosso dell’alcol
L’alcol è spesso considerato meno pericoloso rispetto alle droghe, ma Salmona ha contraddetto questo luogo comune spiegandone ai ragazzi i tre principali effetti negativi: danneggia il cervello, compromettendo le funzioni cognitive e alterando l’umore e la socialità; causa dipendenza, in quanto stimola la produzione di dopamina allo stesso modo delle droghe; favorisce lo sviluppo di tumori, poiché l’assunzione cronica può aumentare il rischio di diverse forme tumorali. «Quando vi procurate una ferita, cosa fate?» ha chiesto salmona agli studenti. «La disinfettate. Cosa vuol dire disinfettare? Vuol dire uccidere il batterio o il virus sciogliendone le membrane con l’alcol. L’alcol brucia sulla ferita perché danneggia le cellule sotto la cute e le terminazioni nervose. Nel vino c’è il 14% di alcol e nel whisky ce n’è il 68%. E noi lo beviamo. Viene assorbito dal sangue e va nel cervello, sciogliendo le cellule cerebrali. Sapete perché vi gira la testa quando bevete? Perché avete meno rete neuronale. E dell’alcol non si segnala mai la pericolosità, è venduto e pubblicizzato liberamente. Non è paradossale?».