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Insegnanti della Scuola Giapponese in visita per uno scambio di culture didattiche e la programmazione di attività comuni

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È situata proprio di fronte alla Scuola Ebraica, al di là della strada, e negli anni le relazioni sono state sempre amichevoli, con visite reciproche di classi nei rispettivi istituti. Ora gli scambi si rinnovano: questa settimana è stata accolta nella nostra scuola una delegazione di insegnanti della Scuola Giapponese che, accompagnata dal preside Marco Camerini, dall’asssessore alle Scuole Dalia Gubbay, dalla coordinatrice di infanzia e primaria Diana Segre e dal coordinatore della secondaria di primo grado Daniele Cohenca, ha visitato le classi, gli spazi comuni, la palestra, il giardino e l’aula magna.

La delegazione giapponese

Il vicepreside Hiroaki Ueno e i professori Hidaki Taba, Masaynki Fujita e Kotaro Nariai, accompagnati dalla segretaria/interprete Miyuki Okayama, hanno dapprima visitato la zona della primaria, dove Diana Segre ha raccontato loro come si svolge la didattica, quali attività fanno i bambini, come vengono posizionati i banchi nelle diverse occasioni, gli obiettivi educativi. Gli ospiti sono entrati nelle classi, dove si sono fatti illustrare le lezioni del momento salutando i bambini, hanno visto la biblioteca, il laboratorio di scienze quello di inglese.

Le domande sul sistema scolastico italiano e l’ebraismo

Gli insegnanti della Scuola Giapponese arrivano in Italia per un mandato di tre/quattro anni, poi ritornano in Giappone: volevano dunque conoscere come funziona il sistema scolastico italiano, con molte domande sui metodi di insegnamento, le attività di sostegno, le materie studiate. Molto interesse anche per l’ebraismo e per l’insegnamento dell’ebraico: la tappa alla grande hannukkià all’ingresso e la visita alla sinagoga sono state l’occasione per raccontare loro un po’ della cultura ebraica, delle comunità italiane e delle scuole ebraiche in Italia.

L’apprezzamento per la didattica inclusiva

La Scuola Giapponese, che conta circa 70 alunni, ha due ordini di studi, primaria e secondaria di primo grado; la visita è dunque proseguita alle classi delle medie, dove Daniele Cohenca ha illustrato loro i piani di studio, l’utilizzo dei dispositivi della scuola (lavagne elettroniche, computer), le metodologie didattiche. Grande l’interesse degli insegnanti giapponesi anche per i dettagli: cosa si mangia a merenda, come vengono suddivise le classi, come si svolgono le interrogazioni (da loro ci sono solo verifiche per iscritto e hanno molto apprezzato il concetto che da noi i ragazzi parlano con l’insegnante davanti alla classe, acquisendo abilità espositive e di interazione).

L’efficienza della Scuola Giapponese

Due mondi che si incontrano: la Scuola Giapponese è infatti molto diversa da quella italiana, nella didattica e nell’organizzazione. Una diversità che ha particolarmente colpito i nostri insegnanti è l’alto livello di standardizzazione: per esempio, nelle scuole giapponesi di tutto il mondo (compreso il Giappone) gli alunni studiano sugli stessi libri e gli stessi capitoli nello stesso momento. Nella Scuola Giapponese, hanno raccontato gli insegnanti, si dà inoltre più attenzione alla collettività della classe che non ai singoli individui: da qui l’apprezzamento per la nostra didattica che mira a dare agli studenti la possibilità di esprimere se stessi e per le attività di sostegno rivolte ai singoli. Grande “invidia” dei nostri, invece, per la disciplina giapponese: dopo le lezioni sono gli studenti a pulire le classi, rendendo quasi superfluo il personale addetto.

Le attività di incontro fra studenti delle due scuole

La visita si è conclusa con l’invito reciproco a portare gli studenti a visitare le rispettive scuole. Inoltre, è già stata programmata una partita di calcetto fra i ragazzi che si svolgerà nelle prossime settimane, magari seguita da ulteriori attività per favorire la conoscenza reciproca.

Claralinda Miano

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Alberto Jona Falco

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