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I bambini della primaria sul palcoscenico con otto spettacoli teatrali in inglese

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Un cartellone di ben otto spettacoli, in scena dal 18 al 29 novembre, che vede impegnati i bambini della primaria a recitare in inglese di fronte a un folto pubblico di genitori e parenti. Il progetto è stato ripreso dalla morà di inglese Natalie Sperber, dopo qualche anno in cui il corso di teatro in inglese, che pure esisteva, non culminava con lo spettacolo finale.

Spettacoli a tema ebraico

«I bambini ci tenevano a fare uno spettacolo», racconta Sperber, «e così io, che ho studiato un po’ di teatro all’università e arrivo dalla California dove gli spettacoli a scuola sono molto comuni, ho pensato di “riattivare” questa tradizione». Su indicazione della coordinatrice della primaria Diana Segre, che ha suggerito che gli spettacoli avessero uno spirito ebraico, Natalie Sperber ha quindi scritto quattro copioni traendoli da libri americani per bambini a tema ebraico.

Le parole del teatro e della ritualità ebraica

«I copioni sono di quattro lunghezze e livelli di difficoltà diversi, adatti per ogni classe» spiega la morà. «Dai sette minuti sul palco delle seconde alla mezz’ora delle quinte. Le prime non hanno partecipato perché obiettivamente i bambini sono troppo piccoli per un’attività così impegnativa». I bambini hanno imparato in inglese non solo il lessico teatrale (the stage, the audience, expressions, emotions…), ma anche la ritualità ebraica. «Lo spettacolo delle seconde, per esempio, intitolato “It’s Shabbat”, ha insegnato loro i termini inglesi per la kabalat Shabbat» spiega Sperber.

Dalla prima lettura del copione agli oggetti di scena

Le classi hanno cominciato a preparare gli spettacoli a ottobre, nelle ore di inglese: hanno imparato a leggere un copione, a servirsi degli oggetti di scena, alcuni dei quali loro stessi hanno portato da casa, e i più grandi si sono misurati anche con i costumi. «Tutti i bambini hanno una parte, più o meno lunga, ma ci sono anche parti corali per ridurre l’ansia da palcoscenico dei più timidi e poi la parte musicale alla fine di ogni spettacolo» dice Natalie Sperber. Ogni spettacolo termina infatti con una canzone ebraica in inglese, che la morà ha riportato dalla sua esperienza di alunna in una scuola ebraica americana.

Per le quinte un’esperienza più complessa

Le quinte hanno fatto un’esperienza teatrale un po’ più complessa: «Innanzi tutto hanno avuto il compito di scrivere qualche scena, così abbiamo inserito un esercizio di scrittura in inglese. In piccoli gruppi hanno scritto delle proposte e poi insieme hanno votato la migliore», racconta Sperber. «Poi devono cambiare l’allestimento del palco durante lo spettacolo e, durante la recitazione, devono anche usare il corpo per muoversi, le espressioni facciali per esprimersi. Ognuno deve sapere quando entrare, chi parla prima e chi dopo, quando portare gli oggetti di scena affinché la storia abbia un senso».

Il confronto costruttivo e la solidarietà reciproca

Agli spettacoli hanno finora assistito molti genitori, e anche le classi parallele. «È stato molto utile, perché i bambini hanno imparato a confrontarsi costruttivamente e a ragionare sulle performance dei loro compagni in vista della propria. Si è inoltre creata una dinamica molto solidale, di aiuto reciproco per suggerirsi le parole e incoraggiare i più ansiosi. Grazie a questa solidarietà tutti i bambini, anche quelli all’inizio più schivi e riluttanti, si aprono e si divertono a recitare, molto orgogliosi della propria prestazione» dice Natalie Sperber. «Voglio concludere con un ringraziamento a Marco Comotti dell’ufficio tecnico, che instancabilmente la mattina allestisce il nostro palco in Sala Segre sempre con un sorriso».

Claralinda Miano

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Alberto Jona Falco

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