
Prevenire le malattie è un tema centrale per tutti, ma soprattutto per gli adolescenti. Questo il messaggio dei tre medici che hanno incontrato gli studenti del triennio superiore per spiegare loro come rimuovere o ridurre i fattori di rischio per la salute.
Un libro-guida per ragazzi e genitori
Tommaso Camerota, urologo, Laura Maiocchi, infettivologa, e Massimiliano Gennaro, senologo, fanno parte di un gruppo di professionisti che a titolo gratuito si recano regolarmente nelle scuole a parlare con gli studenti. Con il contributo di più di venti autori, specialisti nelle diverse discipline, hanno appena pubblicato il libro Adolescenti e salute, rivolto ai ragazzi e ai loro genitori. «Lo scorso anno abbiamo incontrato 2.200 studenti, ma ci siamo resi conto che non potevamo andare ovunque e parlare di tutto» ha detto Camerota, curatore del volume. «È nata così l’idea del libro, con una selezione di argomenti che riteniamo per voi utili e attuali: una guida alla salute che auspichiamo vi permetta di acquisire un metodo per filtrare le informazioni trovate su internet, spesso poco affidabili». L’incontro con i medici si è suddiviso in due parti: la prima, generale, con gli interventi di Camerota e Maiocchi e tutti gli studenti riuniti; la seconda, incentrata sulle malattie maschili e femminili, con Gennaro e Maiocchi e gli studenti divisi per sesso.

L’importanza della prevenzione primaria
Camerota ha illustrato l’importanza di adottare stili di vita sani fin dalla giovane età. «Noi cominciamo ad accumulare abitudini dannose già da giovani e poi facciamo fatica ad abbandonarle» ha sottolineato. E se tradizionalmente prevenzione significava ridurre gli effetti di una malattia già presente, oggi la prevenzione primaria mira a eliminare i fattori di rischio prima che la malattia si sviluppi. I principali fattori di rischio modificabili sono il fumo, la sedentarietà, l’alimentazione scorretta, l’uso di alcol e droghe, l’esposizione a malattie sessualmente trasmissibili. Questi elementi incidono non solo sulla longevità ma anche sulla qualità della vita. «Le abitudini che voi acquisite in questi anni sono le fondamenta della vostra vita futura» ha avvertito il medico.
La salute del sonno
Un aspetto spesso sottovalutato è la qualità del sonno, essenziale per la crescita e il funzionamento del cervello. «Di notte avviene un processo di “pruning” sinaptico che migliora la capacità di ragionamento» ha spiegato Camerota. Tuttavia molti adolescenti dormono meno delle 8-10 ore loro necessarie, spesso in condizioni non ottimali a causa dell’uso di dispositivi elettronici prima di addormentarsi. La luce blu emessa dai dispositivi attiva meccanismi cerebrali che inibiscono la fase REM del sonno, la più sana. «Nel lungo periodo ciò contribuisce a una maggiore incidenza di ansia, aggressività, rallentamenti cognitivi, dipendenza».
Lo smartphone e la fertilità
Un altro tema centrale è la salute sessuale. Camerota ha ricordato che il 15% delle coppie sane in Italia ha difficoltà a concepire naturalmente, spesso a causa di stili di vita non salutari. A incidere negativamente sulla fertilità sono fumo, alcol e sedentarietà, ma anche l’abitudine di tenere lo smartphone nella tasca dei pantaloni: «Il calore emesso dal dispositivo riduce la qualità degli spermatozoi, compromettendo la fertilità maschile».
I disturbi psicologici
Il medico si è soffermato sulla crescita dei disturbi psicologici tra i giovani. «L’ansia, se “sana”, è utile perché ci rende rapidamente reattivi rispetto a un’azione esterna» ha spiegato. «È negativa nel momento in cui sopraffà i comportamenti e la capacità di esprimersi, diventando ansia patologica. Il 28% degli adolescenti in Italia soffre di fobia sociale, cioè di ansia patologica a esprimersi in un contesto pubblico, che può diventare anche fobia scolare, cioè l’incapacità di esprimersi nel contesto scolastico».
La salute è un diritto, ma anche un dovere
Camerota ha affermato che la prevenzione non è una responsabilità solo individuale, ma anche collettiva. Investire nella salute significa ridurre i costi del sistema sanitario e migliorare la qualità della vita. In Italia, la spesa per la sanità ammonta a 136 miliardi di euro l’anno, ma solo il 4% è destinato alla prevenzione. «Spendiamo quasi esclusivamente in prevenzione secondaria, cioè in esami diagnostici, ma serve un cambiamento di mentalità», ha ribadito. Le iniziative di sensibilizzazione servono proprio a formare una generazione più consapevole e attenta alla propria salute. “Siete voi gli attori principali del cambiamento“, ha concluso Camerota, invitando gli studenti a fare tesoro delle informazioni ricevute e a diffonderle, insieme al libro Adolescenti e salute loro regalato, fra i coetanei.


La differenza fra infezione e malattia
Sul tema delle infezioni sessualmente trasmissibili è intervenuta Laura Maiocchi, fornendo agli studenti informazioni su prevenzione e diagnosi. Un concetto chiave è la distinzione fra infezione e malattia. «La parola infezione significa venire a contatto con un virus o un batterio, ma non sempre si sviluppano sintomi o segni clinici della malattia». Ciò significa che molte infezioni possono essere asintomatiche e, se non diagnosticate e trattate, possono portare a conseguenze gravi nel lungo termine, come infertilità o infezioni croniche.
Le infezioni sessualmente trasmissibili
Queste infezioni si trasmettono soprattutto attraverso rapporti sessuali non protetti: i fattori di rischio sono il mancato utilizzo di contraccettivi di barriera, l’elevato numero di partner sessuali e la presenza di lesioni o infezioni pregresse, che possono facilitare il passaggio di nuovi patogeni. Fra le infezioni batteriche più comuni ci sono clamidia, gonorrea e sifilide; fra quelle virali, invece, le più note sono l’HIV, le epatiti A, B, C ed E e il papillomavirus. «Quest’ultimo, associato allo sviluppo di tumori, colpisce entrambi i sessi, ma le donne sono più frequentemente sottoposte a screening, mentre per gli uomini è meno comune fare controlli specifici» ha specificato l’infettivologa.
I test per la diagnosi
Molte infezioni possono essere diagnosticate con prelievi di sangue, esami delle urine o tamponi genitali. «Suggerisco sempre di fare un test per l’HIV se si sono avuti rapporti sessuali non protetti, ma bisogna sapere che il test fornisce informazioni solo sullo stato al momento del prelievo» ha detto Maiocchi. Poiché alcune infezioni sono asintomatiche, l’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda l’approccio sindromico: la presenza di sintomi come secrezioni anomale, dolore pelvico, prurito o sanguinamento durante i rapporti dovrebbe spingere a eseguire test specifici sotto la guida di un medico.
Consapevolezza e vaccini
La prevenzione è la strategia più efficace contro le infezioni sessualmente trasmissibili. Il preservativo è l’unico metodo che protegge da molte infezioni. «Esiste anche un preservativo femminile, meno conosciuto ma altrettanto efficace» ha ricordato il medico. Anche le vaccinazioni sono importanti: il vaccino contro l’epatite B è da tempo inserito nel calendario vaccinale, mentre quello contro il papillomavirus è offerto gratuitamente in diverse regioni. «La vaccinazione è particolarmente efficace se fatta prima dell’inizio dell’attività sessuale».
Il virus dell’HIV
L’HIV è uno dei virus più temuti, ma oggi i pazienti sieropositivi possono condurre una vita normale grazie alle terapie. «Con i farmaci attuali possiamo azzerare la replicazione del virus e garantire una qualità di vita pari a quella di una persona non infetta, perché un paziente con carica virale non rilevabile non trasmette il virus» ha affermato l’infettivologa. Esistono inoltre profilassi post-esposizione e profilassi pre-esposizione, cioè farmaci che riducono il rischio di contrarre il virus per le persone esposte a situazioni ad alto rischio.
Eliminare le infezioni entro il 2030
«L’Organizzazione Mondiale della Sanità si è posta l’obiettivo di eliminare le infezioni sessualmente trasmissibili entro il 2030» ha concluso Maiocchi. Per raggiungerlo serve una strategia combinata di prevenzione, diagnosi precoce e trattamento tempestivo. «Se non conosciamo il problema, non sappiamo come affrontarlo. Informarsi e proteggersi è il primo passo per una sessualità consapevole e sicura».