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Corso sull’uso del defibrillatore per le quinte superiori con il progetto “Salvare una vita è una cosa da ragazzi”

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Si è concluso a metà aprile il corso sull’uso del defibrillatore, che comprende la rianimazione cardiopolmonare e la defibrillazione precoce, organizzato dall’associazione Amici di Magen David Adom Italia per le classi quinte superiori in collaborazione con Intervol, con il sostegno dell’AME (Associazione medica ebraica) e il patrocinio dell’UCEI.

L’importanza della rianimazione cardio-polmonare

Il corso si è articolato in due sessioni di due ore e mezza ciascuna, una teorica e l’altra pratica. Durante la prima giornata la formatrice Gabriella Corti ha spiegato ai ragazzi la necessità della conoscenza delle manovre di primo soccorso da parte della popolazione per poter intervenire in caso di emergenza. In particolare, data l’alta incidenza di mortalità a seguito di arresto cardiaco (60 mila casi in Italia ogni anno), è necessario che le nozioni di base della rianimazione cardio-polmonare diventino parte delle conoscenze delle persone.

L’uso del defibrillatore

A fianco e in modo complementare alla rianimazione c’è l’uso del defibrillatore semi-automatico o automatico esterno a partire dai 18 anni, età minima richiesta per operarlo. La diffusione capillare dei defibrillatori (mappati da una speciale anagrafica di cui le centraline 112 sono in possesso) consente, insieme alle manovre di rianimazione, di salvare la vita della persona colpita da arresto cardiocircolatorio e soprattutto di limitare i danni, irreversibili, al cervello e agli altri organi che tale arresto comporta.

La catena della sopravvivenza

La formatrice ha illustrato ai ragazzi, col supporto di filmati e schede riassuntive per punti e immagini (contenute in una dispensa a loro disposizione) come avviene tipicamente un arresto cardiaco e la sequenza di azioni da intraprendere per assicurare la salvezza della persona (nei limiti del possibile) e scongiurare i danni ai suoi tessuti/organi. Si chiama catena della sopravvivenza e sono sufficienti poche ore di formazione per apprenderla e sapere come agire. Essenziali sono la rapidità e correttezza delle procedure di soccorso.

Intervenire in ogni caso

I ragazzi hanno dimostrato molto interesse per la parte teorica del corso, ponendo molte domande. In particolare, si sono chiesti se fosse possibile intervenire senza essere ben sicuri di cosa fare o con il timore di far male alla persona. La formatrice, puntualizzando che astenersi dal provare a salvare una persona è perseguibile penalmente (omissione di soccorso), ha rassicurato gli studenti che la circostanza di un arresto cardiaco è la peggiore possibile, perché la morte avviene entro pochi minuti e i danni agli organi, primo il cervello, da mancanza di ossigeno sono talmente gravi e irreversibili che rischiare di rompere delle costole con un massaggio non eseguito bene è meno importante di provare a comprimere manualmente il cuore e ossigenare il sangue della persona.

La priorità in caso di incoscienza

Altre domande hanno riguardato il funzionamento del defibrillatore, come posizionare la persona, la necessità di muovere l’infortunato se la situazione è pericolosa (presenza di acqua, possibili crolli, fughe di gas,…). La formatrice ha sottolineato più volte come la priorità, in caso di incoscienza, sia di iniziare al più presto le compressioni ritmiche al torace e applicare la scossa del defibrillatore, che non la emetterà se non ce ne sarà bisogno perché in grado di analizzare i movimenti del cuore e stabilire se rilasciare o meno la scossa.

La pratica sui manichini

La parte pratica ha previsto prove su manichini col supporto di due formatrici, Monica Balac e Silvia Pusceddu. I ragazzi hanno provato uno dopo l’altro tutta la sequenza, cominciando con la constatazione di assenza di respiro, poi mettendo la persona in sicurezza, asciugandola se bagnata, simulando la chiamata dei soccorsi al 112, praticando il massaggio e quindi usando il defibrillatore. L’associazione Amici di Magen David Adom Italia auspica, dal prossimo anno, di poter inserire le ore di formazione al primo soccorso e all’uso del defibrillatore tra quelle curriculari affinchè possano divenire parte del bagaglio culturale e della coscienza civica di ogni studente.

Fonte: https://www.amdaitalia.org/post/prosegue-il-progetto-salvare-una-vita-è-una-cosa-da-ragazzi-col-corso-sull-uso-del-defibrillatore-pe

Claralinda Miano

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