È partito la scorsa settimana, con un incontro di tre ore cui hanno partecipato le prime medie, il progetto di Educazione stradale e alla legalità promosso dalla Polizia Locale di Milano. Gli incontri proseguiranno coinvolgendo anche le classi seconde, il 31 ottobre e il 7 novembre, e poi le terze medie, il 24 novembre.
Argomenti differenziati per età
Il progetto, cui la Scuola Ebraica aderisce da diversi anni con il coordinamento della docente Sara Toniolo, affronta temi più ampi che la sola educazione stradale, e in ogni classe ci si dedica a un argomento diverso: nelle prime si parla di bullismo, cyberbullismo e social media, nelle seconde di educazione stradale e nelle terze si affronta il tema delle dipendenze – fumo, alcol, droga, ma anche videogiochi, cibo, shopping. Le lezioni, frontali e interattive, sono condotte da agenti della Polizia Locale opportunamente formati, che le tengono su base volontaria.
Ciò che si pubblica online è reale
Nell’incontro del 24 ottobre, gli studenti delle prime sono dunque stati chiamati a interrogarsi su cosa è il bullismo e su cosa differenzia uno scherzo, anche pesante, da un reato, facendoli ragionare su come tale discernimento deve essere fatto anche in rete per proteggersi dal cyberbullismo. L’agente che teneva la lezione, con l’ausilio di video e diapositive, ha spiegato ai ragazzi che tutto ciò che pubblicano o condividono in rete è “reale” e concorre a definire la loro “web reputation” e a determinare effetti sulla loro vita reale, sia in positivo che in negativo.
I rischi da cui guardarsi
L’incontro si è quindi focalizzato sull’uso dei social media, delle app e dei videogiochi, chiarendo i pericoli del furto di identità, della sostituzione di persona e della diffusione di materiale pedopornografico. L’obiettivo naturalmente non è quello di spaventare i ragazzi, bensì di renderli consapevoli dei rischi, spiegando loro come proteggersi e difendersi e come governare la tecnologia anziché subirla.