Una visita di solidarietà quasi a sorpresa, quella che il ministro dell’Istruzione e del merito Giuseppe Valditara ha fatto a Scuola per dimostrare la vicinanza propria e del Governo alla Comunità ebraica in seguito al terribile attacco che sta subendo Israele.
L’incontro con i rappresentati della Comunità e la visita alle classi
Questa mattina, 9 ottobre, il ministro Valditara è arrivato a Scuola per incontrare i rappresentanti della Comunità e gli studenti: ad accoglierlo il vicepresidente della Comunità Ilan Boni, l’assessore alle Scuole Dalia Gubbay, il vicepresidente Ucei Milo Hasbani, il segretario generale Alfonso Sassun, il preside Marco Camerini e Rav Alfonso Arbib, con un collegamento telefonico da Tel Aviv del presidente della Comunità Walker Meghnagi. Dopo la riunione con i rappresentati istituzionali, il ministro ha visitato la scuola ed è entrato nella quinta elementare, scherzando con i bambini sulle loro passioni calcistiche.
Il discorso agli studenti delle superiori
Ai ragazzi delle superiori, riuniti in Aula Magna, ha poi voluto dedicare un incontro diretto, parlando loro di antisemitismo e del compito della scuola di educare al rispetto della persona e della pluralità. «Oggi nessuno potrebbe seriamente immaginare che al mondo un essere umano, solo per il fatto di essere ebreo, possa essere rapito, sgozzato, ucciso: civili, donne, anziani» ha esordito Valditara davanti a una platea di ragazzi attentissimi.
La scuola deve insegnare la centralità della persona
«Quello che è successo in Israele è una cosa aberrante perché non si è capita la lezione di quell’immane tragedia che sono stati l’Olocausto e le leggi razziali, e la lezione è che al centro ci deve sempre essere la persona. La Shoah è stata possibile perché gli aguzzini non riuscivano a vedere nell’altro se stessi e i propri figli, non riuscivano a cogliere i dolori, le speranze, le aspettative dell’altro. Questo è quello che la scuola deve insegnare, ed è il vaccino più grande contro ogni aberrazione».
Sanzionare chi gioisce per gli attacchi a Israele
E facendo riferimento alla notizia, pubblicata da Mosaico, che alcuni collettivi di licei milanesi hanno gioito per gli attacchi in Israele, Valditara ha affermato: «Quando sento qualcuno che inneggia a ciò che è successo in Israele mi coglie un senso di disperazione e di rabbia profonda. Credo che nessuno debba avere il diritto di poter esprimere opinioni così aberranti, e chi lo fa deve essere sanzionato dalla legge perché non siamo nell’ambito della libertà d’espressione, ma in quello dell’incitamento all’odio razziale».
Il pericolo dell’antisemitismo
«Mi preoccupo perché a 80 anni di distanza in molte città d’Europa gli ebrei hanno paura di girare per le strade manifestando i simboli della propria fede e identità» ha detto Valditara. «E mi inquieta pensare che questi ebrei per sentirsi più sicuri siano costretti ad andare in Israele. Vuol dire che abbiamo sbagliato, che non abbiamo riflettuto abbastanza, che abbiamo confinato quei fatti alla Storia senza essere stimolati a una riflessione più grande».
L’appello ai nostri ragazzi
Il ministro si è infine rivolto ai ragazzi con un appello: «Voi ragazzi, con i vostri docenti e istituzioni che ringrazio, dovete essere gli alfieri di una nuova società che valorizzi la persona. I nostri Costituenti hanno messo al centro la persona e lo Stato al suo servizio, e la nostra scuola costituzionale è proprio questo: una scuola che valorizza la persona, chiunque essa sia, e si mette al suo servizio. Impegnamoci tutti, ragazzi. Noi siamo vicini a Israele, al popolo ebraico, alla comunità italiana e milanese: voi siete una straordinaria ricchezza per il nostro paese».