
I numeri sono impressionanti. Li mostra Rav Sasson, che ha coordinato la cerimonia di Yom Hazikaron il 30 aprile, nel suo intervento di apertura: dalla fondazione dello Stato di Israele, i soldati caduti per difenderlo sono stati 25.420, mentre i civili vittime di terrorismo sono stati 5.229. Solo nell’ultimo anno, dalla ricorrenza precedente, 319 soldati caduti e 79 civili assassinati.
Onoriamo i caduti e le loro famiglie
«La maggior parte di loro si è svegliata la mattina senza poter pensare che quello sarebbe stato il loro ultimo giorno» dice Rav Sasson. «Ricordiamo cosa ci sono costate l’indipendenza e la vita; onoriamo non solo il loro sacrificio, ma anche quello delle loro famiglie. In Israele ci sono più di 30mila famiglie la cui vita è cambiata drasticamente da un giorno all’altro».
Due ospiti d’eccezione
In Aula Magna sono riuniti gli studenti delle superiori. Ospiti d’eccezione sono due soldati di Zahal, un ragazzo e una ragazza, arrivati in Italia grazie a un accordo fra Israele e l’Agenzia Ebraica per rappresentare l’esercito nelle commemorazioni di Yom Hazikaron e Yom Haatzmaut in diverse Comunità del nord Italia.


La candela in memoria
I maestri di cerimonia, Noa e Dani, salgono sul palco ed esprimono profonda gratitutine per il sacrificio dei morti. Ad accendere la candela in memoria chiamano Simone Sinai, presidente della Fondazione Scuola. Poi la sodatessa di Zahal abbassa la bandiera a mezz’asta in segno di lutto.
Le preghiere e il ricordo dei compagni
Uno studente recita l’Yizkor, la preghiera in memoria. A leggere il Kinat David, il passo del Tanach che commemora la morte in battaglia di Shaul e Yonatan, è Yosef Ra’anan, shaliach del Bnei Akiva. Ra’anan è stato soldato di Zahal egli stesso, e dopo la lettura ricorda i suoi sei compagni caduti. Il soldato ospite è chiamato sul palco a leggere la poesia El maleh rachamim, canto di preghiera in memoria dei morti. Amit Rotem, il responsabile della sicurezza, pronuncia un discorso in memoria, ricordando il suo eroico compagno d’armi Dror Weiner, caduto a Hebron. Rav Arbib chiude la cerimonia con il Kaddish, poi l’intera platea si alza per intonare l’Hatikva.
Le parole dei soldati ospiti
Prima che i ragazzi tornino nelle aule, i soldati sono invitati a raccontare loro cosa fanno nell’esercito. Lei è in Marina, e serve su una nave da guerra che difende le coste di Israele e le sue infrastrutture dai droni nemici. Lui è il comandante di un’unità di combattimento: racconta del suo 7 ottobre, della voglia di vivere in pace ma anche della necessità di riportare a casa tutti gli ostaggi. Grazie soldati, che vegliate sul popolo di Israele.