
Tra l’1 e il 3% dei ragazzi tra i 10 e i 16 anni sviluppa una scoliosi idiopatica, cioè una curvatura della colonna vertebrale che tende a peggiorare con la crescita e che, se non intercettata per tempo, può provocare dolore, limitazioni funzionali e ripercussioni psicologiche. «La migliore prevenzione è vedere queste situazioni sul nascere», spiega il fisiatra Luciano Bassani, assessore alla RSA, membro dell’Associazione Medica Ebraica (AME) e responsabile dello screening. Proprio per ridurre il rischio di diagnosi tardive, AME ha promosso una giornata di controlli a Scuola grazie anche al supporto dei fondi 8×1000 UCEI.
Le classi coinvolte
L’iniziativa, rivolta agli studenti della secondaria di primo grado e alle prime classi della secondaria di secondo grado, si è svolta venerdì 14 novembre. «La scoliosi insorge spesso all’inizio dello sviluppo, specialmente nelle ragazze, e può evolvere fino a deformare la colonna. Per questo è fondamentale intercettarla prima possibile: correggere posture, proporre esercizi mirati o, se necessario, ricorrere a un corsetto può fare davvero la differenza» spiega Bassani.
Come si è svolto il test
Gli studenti sono stati visitati con un semplice esame obiettivo non invasivo, basato sul test di Adams e sull’uso dello scoliosometro, uno strumento che misura eventuali rotazioni anomale della colonna. L’esame dura pochi minuti e consente di evidenziare i primi segnali di una possibile curva. «Il controllo è molto rapido – due o tre minuti per studente – ma permette di farsi un’idea precisa», spiega il medico. Insieme a un assistente, Bassani ha esaminato l’allineamento della schiena, l’altezza dei fianchi, la presenza di eventuali gibbi e altri indicatori di rotazione vertebrale. «Il pediatra a volte lo valuta, ma non esiste uno screening obbligatorio. È per questo che iniziative come questa hanno un grande valore».
Un esito rassicurante
Nel corso della mattinata sono stati visitati circa 80 studenti: «Abbiamo riscontrato solo tre casi sospetti» racconta Bassani. Ai ragazzi interessati è stata consegnata una cartellina con una breve relazione clinica destinata alle famiglie, insieme all’indicazione di un controllo a distanza di alcuni mesi o di un eventuale approfondimento diagnostico qualora il pediatra lo ritenga necessario. «In questa fase non ho ritenuto opportuno richiedere radiografie. Prima serve monitorare l’evoluzione».
Un percorso di prevenzione strutturato
Il riscontro positivo della giornata apre all’idea di una prevenzione strutturata. «Ho dato la mia disponibilità a ripetere lo screening ogni anno. Tempo fa un collega ha sottoposto gli studenti a un test della vista. L’auspicio è che si possa effettuare questi screening con regolarità a cadenza annuale» osserva il medico.