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Riparte il corso di teatro per le medie: il corpo come primo linguaggio

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«Il teatro serve a prendere le misure con se stessi e con gli altri» dice Stefania Sciama, la docente referente del laboratorio teatrale che ha da poco preso il via. Il progetto, finanziato dalla Fondazione Scuola, è un appuntamento ormai stabile nell’offerta formativa della Scuola e molto atteso dagli studenti. Condotto dal regista e formatore David Maden, quest’anno coinvolge le due prime e la seconda della secondaria di primo grado in quattro incontri da due ore ciascuno.

Un lavoro per entrare in relazione con gli altri

L’obiettivo non è mettere in scena uno spettacolo, ma fare scoprire ai ragazzi il linguaggio del corpo come strumento di relazione e consapevolezza. «L’insegnante lavora sulla fisicità e sulla relazione, non tanto sulla rappresentazione teatrale», spiega Sciama. «Gli esercizi che propone sono quelli primordiali del teatro, in cui i ragazzi imparano a percepire il proprio corpo e la propria presenza in rapporto agli altri». La parola arriva dopo avere preso confidenza con la fisicità, propria e degli altri. Maden dice sempre ai ragazzi di osservare gli altri nella vita quotidiana – per strada, al bar, alla fermata dell’autobus – e chiedersi come si sentono o cosa stanno pensando. Lo scopo è indurli a vedere l’altro, a entrare empaticamente in relazione con lui o, comunque, a porsi il problema dell’altro, che non è affatto scontato.

Integrazione con altri percorsi educativi

Il laboratorio arricchisce le attività che la Scuola propone anche attraverso altri percorsi educativi. «Il teatro si integra perfettamente con i progetti sull’affettività e sull’orientamento», racconta Stefania Sciama. «Tutto questo insieme contribuisce a cambiare i ragazzi nel loro modo di rapportarsi agli altri, a sviluppare rispetto e ascolto».

Valorizzare la coesione del gruppo

Le attività, basate su improvvisazioni e giochi scenici, richiedono attenzione reciproca e collaborazione. «Serve molta sinergia» continua l’insegnante «perché ogni esercizio funziona solo se il gruppo è unito. È un modo concreto per imparare che la fiducia si costruisce insieme». La scelta di allungare la durata degli incontri, raddoppiandone la durata rispetto agli anni precedenti, permette ai ragazzi di immergersi meglio nel lavoro e di sviluppare un dialogo più profondo tra corpo, emozione e relazione. Il laboratorio continua così a rinnovarsi e a trovare nuove forme di espressione, restando fedele alla sua vocazione: aiutare i ragazzi a conoscersi, a fidarsi degli altri e a scoprire, nel linguaggio del corpo, una via per comunicare e crescere insieme.

Claralinda Miano

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Alberto Jona Falco

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