Tutto è cominciato quando l’addetta culturale dell’Ambasciata di Israele ha contattato Raffaella Scardi, docente di ebraico a Scuola e traduttrice di numerosi autori israeliani, chiedendole di tradurre in italiano il libretto di Lilach Kipnis intitolato Filastrocca dei Boom per diffonderlo e dargli visibilità nel nostro paese. Era poco dopo l’efferato attacco di Hamas del 7 ottobre e l’autrice, che viveva nel kibbutz Be’eri, era una dei tre italiani ritenuti ostaggio di Hamas.
Chi era Lilach Kipnis
Assistente sociale, Lilach Kipnis lavorava molto con bambini e ragazzi dei kibbutzim e delle cittadine intorno a Gaza per sostenerli nel trauma continuo del lancio dei missili, delle sirene, del vivere una quotidianità in continua emergenza. E proprio insieme a loro, scrive l’autrice nella prefazione, ha scritto la Filastrocca dei Boom, per aiutarli a esprimere la propria paura e suggerire modi con cui affrontare una realtà difficile e imparare a convivere con essa.
La decisione di coinvolgere i ragazzi
«Ho riflettuto sulla richiesta dell’Ambasciata», racconta Raffaella Scardi, «e ho pensato che, trattandosi di un racconto in rima per bambini, sarebbe stato bello lavorarci con i ragazzi, non solo per farli esercitare sulla lingua, ma anche per parlare insieme di ciò che stava accadendo in Israele e per sensibilizzarli sulla difficile realtà di giovani come loro». Dopo un primo tentativo di dividersi in gruppi, il lavoro di traduzione è stato condotto dagli studenti tutti insieme in un’esperienza corale, una sorta di brain storming alla lavagna per riportare in italiano non soltanto il contenuto, ma anche la rima continua dell’originale in ebraico: una sfida emotiva e creativa insieme, alla quale tutti hanno partecipato con passione.
L’esperienza emotiva degli studenti
«All’inizio eravamo un po’ frastornati, conoscendo la situazione in Israele, ma poi, iniziando a tradurre, abbiamo capito il senso di questo lavoro» racconta Gabriel. «È stato un modo per identificarci con questi bambini e sentire la paura che li assilla costantemente» commenta Alexandra. «Per me è stato uno shock che mi ha fatto sentire molto più coinvolta in ciò che succede in Israele». Una volta che tutti sono entrati nello spirito giusto, il lavoro è stato veloce: «Non ci accorgevamo nemmeno che passava l’ora: qualcuno scriveva alla lavagna, gli altri dettavano, scrivere insieme ci ha anche unito» dice Micol S. «Ci abbiamo messo cinque o sei ore a completare la traduzione, usando anche qualche ora di altre materie che ci è stata concessa vista l’importanza del lavoro» spiega Daniel.
Il lavoro creativo della traduzione
Il testo di Kipnis è proprio una filastrocca in rima, come quelle che scriveva Rodari: «Abbiamo quindi prima tradotto letteralmente il contenuto e poi ci siamo concentrati sulla parte più complessa del lavoro che è stato come rendere le rime, lo stile, la musicalità» spiega Raffaella Scardi. Una sfida creativa che i ragazzi hanno raccolto con entusiasmo: «È la parte che mi è piaciuta di più» racconta Micol M. «In alcune pagine magari non trovavamo subito le rime: ognuno quindi dava spunti, si buttavano giù le idee e ci si lavorava tutti insieme per arrivare al risultato. Mi è piaciuto perché non si tratta solo di tradurre, ma anche di capire cosa si sta traducendo».
La notizia della morte dell’autrice
Docente e ragazzi hanno tradotto la Filastrocca dei Boom quando ancora si pensava che Lilach Kipnis fosse fra gli ostaggi di Hamas. «Questo per me era importante» dice Scardi, «mi sentivo vicina a lei quasi come un’amica, come spesso capita ai traduttori. Terminato il lavoro, e consegnato il testo all’Ambasciata perché ne facesse un libretto, è stata diffusa la notizia che Lilach Kipnis era stata assassinata il 7 ottobre, e identificata solo due settimane dopo. Per noi è stato molto doloroso, ne abbiamo parlato molto in classe». «Quando abbiamo appreso la notizia ho sentito un vuoto» conferma Alexandra. «Abbiamo tradotto pensando che Lilach fosse in vita, ma credo che questo lavoro sia un omaggio a lei e a tutto ciò che ha fatto».
Fare conoscere a tutti la Filastrocca dei Boom
La chiusura del cerchio per Scardi è avvenuta quando le famiglie di alcuni italiani uccisi sono venute in Italia: «Sono stata chiamata a fare l’interprete e ho incontrato il figlio di Lilach, Nadav. Gli ho raccontato dell’esperienza che abbiamo fatto in classe, gli ha fatto molto piacere».
Ora si tratta di fare circolare la Filastrocca dei Boom e di farla conoscere a quante più persone possibile.
Per scaricare il libretto cliccare qui.