
Informare e sensibilizzare gli studenti sui pericoli e le implicazioni legate al consumo di sostanze stupefacenti. Questo l’obiettivo dell’incontro con l’ispettore di Polizia Fausto Tucci, cui hanno partecipato il 2 aprile i ragazzi del biennio superiore. L’iniziativa si inserisce in un più ampio programma di prevenzione messo a punto dalla Scuola, che nella prima parte ha visto il coinvolgimento degli studenti del triennio negli incontri con il dottor Mario Salmona.
Cos’è una sostanza stupefacente
L’ispettore Tucci, appartenente alla squadra mobile della questura di Milano, ha aperto il suo intervento chiarendo che il suo scopo era fornire conoscenze utili, non impartire lezioni di morale. L’informazione, ha detto, è alla base delle libere scelte di ognuno. Uno dei primi punti affrontati è stata la definizione di sostanza stupefacente. Dal punto di vista medico vale la definizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità: è considerata stupefacente qualsiasi sostanza che, introdotta nell’organismo, ne modifica il funzionamento fisico o psichico. Dal punto di vista legale invece, in Italia sono considerate stupefacenti tutte le sostanze (più di 700) inserite nelle apposite tabelle ministeriali, aggiornate periodicamente. «Quello che figura in quelle tabelle è illegale. Quello che non figura non è droga e non è illegale» ha spiegato Tucci. «Fumo e alcol non figurano e quindi non sono considerati droghe. Ciò non significa che facciano bene, che possano essere utilizzati senza limiti o che non causino dipendenza».


Droghe leggere e droghe pesanti, un messaggio fuorviante
L’ispettore ha citato un recente studio, secondo il quale solo l’11% degli studenti italiani fra i 15 e i 19 anni ha dichiarato di non aver mai fatto uso di sostanze stupefacenti. «È un dato eloquente, che impone una riflessione» ha detto. «Non potete pensare che la utilizzerete solo una volta o che smetterete quando vorrete, perché non è così. I numeri dicono che è meglio non avvicinarsi». Tucci ha affrontato quindi il tema della distinzione fra droghe leggere e pesanti. «Questa distinzione è nata a livello normativo per cercare di differenziare le sostanze modificate chimicamente, che hanno effetti devastanti in breve tempo, da quelle non modificate, che i danni li causano in tempi più lunghi. Il messaggio che ne è scaturito – le droghe leggere sono leggere e naturali, quindi non così dannose – è però fuorviante, anche perché la cannabis e i suoi derivati, marijuana e hashish, di naturale hanno ormai ben poco». Gli studi condotti sulla marijuana acquistata in strada a Milano mostrano infatti che il livello di THC in essa contenuta può arrivare anche al 50%. Il THC è la componente psicoattiva della pianta di canapa, che in natura è compreso fra l’1% e il 5%. Ciò è dovuto alla contaminazione con sostanze chimiche che amplificano gli effetti e i rischi, trasformando quello che molti considerano un prodotto “naturale” (ma comunque dannoso) in una sostanza altamente pericolosa.
La testimonianza su un caso reale
Per rendere più concreto il discorso, Tucci ha raccontato un episodio a cui ha assistito personalmente. «Un intervento cui ho preso parte, una chiamata per accertare le condizioni di una ragazza di 14 anni che si era lanciata dal primo piano del Bicocca Village dopo aver fumato una canna». Il motivo? La sostanza era stata alterata con componenti chimici che le hanno causato una violenta crisi allucinatoria. Ricoverata in coma, si è salvata dopo 20 giorni di prognosi riservata. L’episodio ha avuto anche conseguenze amministrative e legali: la ragazza è stata sanzionata per uso personale e il suo amico di 16 anni, che le aveva ceduto la canna, è stato denunciato per spaccio. «Basta cedere una sostanza, anche gratuitamente, per essere accusati di spaccio» ha precisato Tucci. Questo evidenzia come il confine tra uso personale, peraltro sanzionato, e reato sia molto sottile e spesso ignorato dai ragazzi, che non si rendono conto delle implicazioni delle proprie azioni.
Conseguenze amministrative e penali dell’uso di droga
L’ispettore ha spiegato agli studenti che il possesso di cannabis per uso personale non è reato, ma è comunque un illecito amministrativo e comporta gravi conseguenze. «Chi viene fermato subisce sanzioni: ritiro della patente, segnalazione alla prefettura, obbligo di controlli medici, divieto di ottenere documenti validi per l’espatrio. Se il soggetto è minorenne i genitori vengono sempre informati». E per chi non rispetta il percorso di recupero previsto dalla legge, il Prefetto può inasprire le sanzioni. Anche la tanto discussa cannabis light è soggetta a restrizioni: «Non si può fumare, viene venduta solo per infusi e preparazioni alimentari». Quanto alla cannabis terapeutica, Tucci ha chiarito: «Viene prodotta solo in un laboratorio militare a Firenze e somministrata esclusivamente a pazienti con gravi patologie».
La responsabilità della scelta individuale
L’intervento si è concluso con un appello alla responsabilità individuale: «Con le nostre scelte cambiamo il nostro micromondo». La consapevolezza e l’informazione sono strumenti essenziali per prendere decisioni corrette. «Non possiamo pensare di fare la nostra parte tra dieci anni. La dobbiamo fare adesso. Per contrastare l’offerta occorre ridurre la domanda». Il messaggio finale dell’ispettore è stato chiaro: la droga è un problema che le forze dell’ordine da sole non possono risolvere. Occorre che le persone, i giovani, i ragazzi facciano una scelta, e che facciano quella giusta. Solo così potranno migliorare la loro parte di mondo.