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Due studenti della Scuola delegati italiani al primo Congresso Giovanile Sionista Mondiale

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Una platea di oltre 300 giovani ebrei delle scuole superiori provenienti da Israele e da decine di paesi della diaspora si è riunita a Budapest, città natale di Theodor Herzl, per partecipare a al primo Congresso Giovanile Sionista Mondiale. L’evento, descritto dai promotori come “un momento storico per la rinascita del sogno ebraico-sionista tra le nuove generazioni”, ha segnato la nascita di una piattaforma internazionale di giovani ebrei uniti da identità, responsabilità condivisa e visione comune.

La rappresentanza italiana

L’incontro si è svolto dal 3 al 6 novembre, quasi in contemporanea con il 39° Congresso Sionista Mondiale a Gerusalemme: per quattro intense giornate i giovani hanno condiviso riflessioni, esperienze e prospettive sul significato dell’identità ebraica oggi, confrontandosi sui grandi temi che attraversano il mondo ebraico contemporaneo. Tra loro due studenti della Scuola Ebraica di Milano, Ethan Malfasi di terza scientifico e Aliza Shore di seconda scientifico, che hanno rappresentato l’Italia come delegati ufficiali, accompagnati dal docente Joseph Sasson.

Un congresso per costruire legami e futuro

Organizzato dal Ministero israeliano dell’Istruzione, in collaborazione con il Ministero per la Diaspora e la lotta all’antisemitismo, il Ministero dell’Aliyah e dell’integrazione, l’Agenzia Ebraica, il KKL-JNF, l’Organizzazione Sionista Mondiale e le organizzazioni educative Gesher, Netaim e Masa Israel, il congresso si è ispirato allo spirito del primo Congresso Sionista di Basilea del 1897 per ripensare i valori fondativi del sionismo alla luce delle sfide globali del XXI secolo.

I grandi temi affrontati

Durante i lavori, i giovani delegati hanno affrontato sei temi centrali:
le relazioni tra Israele e la Diaspora, con attenzione alla responsabilità reciproca e all’unità del popolo ebraico;
l’identità ebraica e sionista nel mondo moderno e globale;
la lingua ebraica come ponte culturale e simbolo di appartenenza condivisa;
la leadership giovanile e le iniziative sociali a beneficio delle comunità ebraiche;
la memoria e la resilienza, con un focus sulla lotta all’antisemitismo crescente;
l’impegno dei giovani nelle sfide dell’alià, dell’educazione e della difesa dell’immagine di Israele.

La nascita di una nuova piattaforma giovanile

Il congresso non è stato solo un momento di riflessione, ma un vero laboratorio di idee. I partecipanti, accompagnati da una cinquantina di educatori, hanno lavorato insieme alla Carta Globale Giovanile Ebraico-Sionista, un documento fondativo che raccoglie i principi del movimento giovanile sionista del XXI secolo. Tra questi, l’impegno per l’unità del popolo ebraico, la difesa di Israele e del suo diritto all’esistenza, la solidarietà verso le comunità della Diaspora, la promozione della lingua e della cultura ebraica e la creazione di progetti di impatto sociale e educativo. Al termine dell’evento è stato inoltre eletto il World Jewish-Zionist Youth Council, un organismo permanente che riunirà giovani leader di tutto il mondo, promuovendo iniziative comuni e rappresentando ufficialmente la voce della nuova generazione nei forum internazionali.

Un percorso educativo che guarda avanti

L’incontro di Budapest è solo la prima tappa di un percorso educativo biennale ideato dal Ministero dell’Istruzione israeliano, sotto la direzione del Dipartimento per la gioventù e la società, e ispirato al messaggio di Miriam Peretz, vincitrice del Premio Israele per l’educazione. Nel novembre 2026, i delegati si ritroveranno in Israele per la seconda fase del progetto: presenteranno i programmi elaborati nelle proprie comunità, visiteranno luoghi simbolici del sionismo — dal Negev a Gerusalemme — e proseguiranno il cammino di formazione e collaborazione avviato a Budapest. Per Ethan e Aliza sarà l’occasione di dare continuità al lavoro iniziato, trasformando i valori discussi nel congresso in azioni concrete e progetti di impatto educativo e sociale.

Il sogno che continua

Dalla città natale di Herzl, i giovani del XXI secolo hanno rilanciato un messaggio di forza e speranza: il sionismo non è un’eredità immobile del passato, ma un progetto vivo, che si rinnova attraverso la conoscenza, la solidarietà e la responsabilità condivisa. Il primo Congresso Giovanile Sionista Mondiale ha posto le basi per una nuova generazione di leader ebrei globali. E per Ethan e Aliza l’esperienza di Budapest rappresenta non solo un riconoscimento, ma l’inizio di un impegno che guarda al futuro. Come scrisse Herzl, “Se lo vorrete, non sarà un sogno.”

Claralinda Miano

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Alberto Jona Falco

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