
All’aria aperta con mappe, spirito di squadra e un pizzico di avventura: il 27 maggio gli studenti delle seconde medie hanno partecipato a un’attività di orienteering al Monte Stella, la celebre “montagnetta” di San Siro. L’iniziativa, promossa nell’ambito dei percorsi di sport alternativi e collaborativi, ha coinvolto entrambe le classi seconde sotto la guida degli insegnanti Sara Toniolo, Loris Pessina, Francesca Caputo e Jennie Shasha, con il supporto di una guida alpina.
L’entusiasmo dei ragazzi
«L’attività era già stata programmata lo scorso anno, ma avevamo dovuto cancellarla per maltempo», racconta Toniolo. «Quest’anno, invece, è andata benissimo: i ragazzi erano entusiasti e ci hanno perfino chiesto se la prossima volta possono provarci da soli, senza guida!».
Le tappe da raggiungere con la mappa
La giornata è cominciata con un sopralluogo: i ragazzi hanno ricevuto una mappa reale della zona e, grazie alle spiegazioni in classe e sul campo, hanno imparato a leggerla e orientarsi senza l’uso della bussola, per evitare eccessiva complessità. Dopo una prima esplorazione guidata, è iniziata la vera sfida: gli studenti, divisi in sei gruppi, hanno ricevuto una seconda mappa con otto tappe da raggiungere, indicate da lanterne numerate sparse nel parco.


Il valore del gioco
«Ogni gruppo partiva scaglionato, a un minuto e mezzo di distanza, per evitare che si seguissero tra loro. Dovevano punzonare un foglio con il timbro giusto a ogni lanterna, seguendo la sequenza da uno a otto. Era importante non solo arrivare primi, ma farlo nel modo corretto», spiega Toniolo. «Chi sbagliava punzonatura riceveva penalità. Alla fine abbiamo stilato una classifica, ma nessuno ci è rimasto male: hanno capito il valore del gioco e del percorso più che del risultato».
Ogni gruppo unito
Fondamentale la presenza della guida alpina, che ha preparato il percorso e sorvegliato i gruppi in bicicletta, pronto a intervenire in caso di difficoltà. «In realtà non ce n’è stato bisogno: i ragazzi si sono mossi in autonomia e con grande responsabilità», sottolinea Toniolo. Nessun premio materiale, solo la soddisfazione di aver completato il percorso e la “gloria” della classifica. «Vogliamo trasmettere l’idea che non servono sempre una coppa o un premio materiale per sentirsi vincenti. L’importante era che ogni gruppo arrivasse unito, nessuno doveva rimanere indietro. E così è stato», conclude l’insegnante.
Un esercizio di autonomia
L’orienteering si è così rivelato non solo un esercizio fisico e mentale, ma anche un’opportunità per imparare a collaborare, a fidarsi del proprio gruppo e a scoprire il valore dell’autonomia. Un’esperienza che, a giudicare dall’entusiasmo, i ragazzi non dimenticheranno.