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Arteterapia alla primaria, colori e creatività per esprimere le emozioni dei nuovi inizi

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Settembre è il mese dei nuovi inizi: comincia il nuovo anno scolastico e, con Rosh Hashanà alle porte, si apre anche un nuovo anno per tutta la comunità. Proprio attorno al tema dell’inizio si sono svolti la scorsa settimana i laboratori di arteterapia che hanno coinvolto le classi della primaria, dalle prime alle quarte. L’attività è stata condotta da Alona Ovadia, arteterapeuta israeliana che ha raggiunto a Milano per un paio di mesi il marito Moshe Ovadia, insegnante di ebraico a Scuola, e che ha accolto con entusiasmo l’invito della coordinatrice della primaria Diana Segre a portare la sua esperienza ai bambini.

L’arte come linguaggio universale

L’arteterapia è un percorso che utilizza colori, forme e materiali per dare voce alle emozioni. «È una tecnica che si adatta bene ai bambini perché a loro piace molto disegnare, lavorare con le mani e dare sfogo alla fantasia» spiega la professionista. «Il nuovo anno scolastico è un momento carico di emozioni: entusiasmo, curiosità, ma anche paure e incertezze. L’arte diventa così uno spazio protetto in cui esprimere e condividere queste sensazioni, soprattutto per i bambini che affrontano l’ingresso nella scuola primaria».

La forza delle immagini

Ogni laboratorio – due ore in ogni classe – è stato introdotto da una breve presentazione: Alona, con l’aiuto delle insegnanti che traducevano, ha spiegato ai bambini cos’è l’arteterapia e quale era il tema della giornata, guidandoli nell’attività. «Il lavoro è stato di classe, non individuale, e questo ha facilitato l’esperienza. Anche senza capire direttamente le parole dei bambini ho potuto però percepire i loro stati d’animo attraverso il linguaggio del corpo, le espressioni, la forza delle immagini che disegnavano».

La rappresentazione dei nuovi inizi

I temi dei laboratori sono stati vari e sempre legati all’inizio: in una classe, per esempio, i bambini hanno lavorato sul concetto di porte che si aprono e si chiudono, disegnando le porte e ciò che immaginavano dietro di esse, lasciando spazio a una riflessione sul cammino che li aspetta. In un’altra classe il tema è stato “i semi” e l’indicazione era pensare a cosa hanno bisogno per crescere. «Tutti hanno potuto disegnare liberamente, solo seguendo il tema. Mentre i bambini disegnavano, passavo tra loro, chiedevo cosa stavano facendo e osservavo come procedevano. Un bambino ha disegnato un vaso con l’acqua e un seme pronto a germogliare, un altro la propria famiglia: è interessante come abbia legato, a livello inconscio, il concetto di crescita alle relazioni familiari. Ci sono bambini più consapevoli, altri meno, ma l’importante è che ognuno porti nel disegno la sua esperienza e le sue emozioni e che poi se ne parli insieme» conclude Alona.

Un’esperienza da ripetere

Il percorso ha suscitato grande interesse e partecipazione. Lavorare insieme attraverso l’arte ha permesso ai bambini di affrontare con creatività i sentimenti legati all’inizio della scuola e del nuovo anno. Alona resterà a Milano ancora per qualche settimana ma tornerà in futuro, e la morà Diana ha già annunciato che sarà felice di invitarla nuovamente.

Claralinda Miano

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Alberto Jona Falco

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