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Un direttore creativo in classe per realizzare un vero progetto di comunicazione

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Un cliente con esigenze precise, un target da conquistare, un obiettivo da raggiungere e un output da consegnare entro una data fissata. È il terreno di lavoro in cui si stanno muovendo gli studenti delle quinte scientifico e tecnico per realizzare un video “promozionale” dei loro ordini di studio da proiettare all’Open Day del 10 dicembre. A guidarli in questa avventura nella comunicazione, su invito del preside Camerini, è Selmi Barissever, ex allievo della Scuola oggi direttore creativo dell’agenzia di comunicazione Suntimes. Un progetto reale che porta in classe non solo teoria, ma il metodo, il ritmo e l’approccio del mondo professionale.

Un brief vero, proprio come in agenzia

Durante la prima lezione, Barissever e la collega Ingrid Zanninello hanno aperto una finestra sul dietro le quinte della comunicazione: cos’è una campagna, come si struttura, quali sono gli elementi che la rendono efficace. Hanno parlato di concept, insight, tono di voce e piattaforme, mostrando ai ragazzi come un’idea, per funzionare, debba essere chiara, coerente e cucita su misura di chi dovrà riceverla. Poi è arrivato il cuore del lavoro: il brief. Gli studenti hanno analizzato gli obiettivi, il pubblico e gli strumenti da utilizzare. Il loro compito è raccontare in un video perché scegliere la Scuola Ebraica e perché scegliere lo scientifico o il tecnico, rivolgendosi sia agli studenti delle medie sia ai loro genitori. Mezzi disponibili: smartphone, creatività e capacità di osservare la Scuola con uno sguardo nuovo.

Il potere del brainstorming

Barissever ha aperto la seconda lezione stimolando gli studenti al confronto: «In agenzia non esistono idee sbagliate. Ognuno condivide quello che si ha pensato e poi le scelte si fanno insieme». I ragazzi sono intervenuti numerosi. Sono emerse proposte che spaziano da un video ironico costruito sul confronto tra scientifico e tecnico a un racconto capace di restituire la quotidianità della scuola. C’è chi ha immaginato un testimonial che accompagni lo spettatore negli spazi e chi ha suggerito di inserire sequenze tratte dalle più significative attività svolte: dal viaggio in Polonia alla visita al tribunale, dal viaggio in Israele alla giornata al Fab Lab di Genova. Altri hanno pensato a un’intervista doppia tra i due indirizzi, qualcuno ha proposto di coinvolgere ex alunni per raccontare l’eredità formativa dell’istituto, qualcuno ha puntato sugli ambienti rinnovati: le palestre, il laboratorio di chimica, l’aula di informatica. Non sono mancate idee legate ai legami personali che si creano rimanendo nella stessa scuola, né l’idea di valorizzare i riconoscimenti ottenuti, come il primo posto dello scientifico nella classifica Eduscopio.


Dal pensiero alla produzione: tre gruppi, tre idee

I creativi hanno ascoltato tutto, invitando i ragazzi a mettere a fuoco ciò che davvero rende unica la loro scuola e ricordando che il video potrà anche essere divertente, ma dovrà parlare anche ai genitori, offrendo contenuti solidi e seri. Poi hanno scelto tre idee guida chiedendo agli studenti di dividersi in gruppi per scilupparle e realizzarle. Ora inizia la fase più operativa: scrivere una sceneggiatura, pianificare le riprese, organizzare la produzione, montare il materiale. Ogni gruppo dovrà includere chi sa scrivere, chi sa girare e chi sa montare, ricreando in piccolo la struttura di un vero team. E il calendario non concede tregua: il video dovrà essere pronto per il 10 dicembre, giorno dell’Open Day.

Claralinda Miano

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Alberto Jona Falco

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