
Ai Giochi di Barcellona del 1992 il judoka Oren Smadja conquistò la medaglia di bronzo, diventando il primo uomo israeliano a vincere una medaglia olimpica. Nato a Ofakim, nel sud di Israele, in una famiglia modesta, fu avviato al judo dal padre, che ne era un appassionato allenatore. Dopo la vittoria a Barcellona, che in Israele scatenò la passione per il judo, continuò a gareggiare ad alti livelli per poi diventare allenatore della nazionale israeliana maschile, ruolo da cui si è dimesso nel maggio di quest’anno.
Un simbolo nazionale
In Israele Smadja è un simbolo nazionale per i valori che rappresenta: partendo dal nulla è diventato un campione, ha riscattato le sue umili origini con lo sport e il duro lavoro, ha dimostrato che anche un piccolo paese può competere sul palcoscenico mondiale. È una figura che incarna costanza, determinazione, sacrificio e che si è sempre spesa per la tutela dei giovani e dello sport come spazio di crescita.
Tutto in ebraico
La sua storia è stata al centro di uno spettacolo teatrale, portato in Italia dall’Organizzazione Sionistica Mondiale, che si è svolto a Scuola a fine settembre nell’ambito delle lezioni di ebraico per gli studenti di prima e seconda scientifico e tecnico, con l’organizzazione dei docenti Moshe Ovadia, Roi Giladi e Raffaella Scardi. In scena due attori israeliani, Ido Lidor e Nir Shaibi, del Teatron Hasha’a, teatro per bambini e ragazzi che porta i propri spettacoli in tutta Israele.


Vincere è superare se stessi
La pièce racconta di Oren Smadja ragazzino, che raccoglie la sfida del padre a cominciare a praticare il judo, sport che fino a quel momento gli era sembrato stravagante; il padre è un allenatore severo, con grandi aspettative sul figlio all’inizio recalcitrante: gli insegna disciplina, tenacia, sacrificio, e Oren impara presto che vincere non è solo battere un avversario, ma superare se stessi. L’ebraico parlato dagli attori è semplice, ma si tratta pur sempre di uno spettacolo teatrale: dialoghi, scene che si succedono velocemente. I ragazzi sono attenti, non capiscono tutto ciò che viene detto ma ne colgono il senso grazie anche alla preparazione in classe.
L’esposizione alla lingua
«Questo spettacolo è parte di un progetto del dipartimento di ebraico e cultura dell’Organizzazione Sionistica Mondiale volto a divulgare la lingua ebraica nelle comunità della diaspora» spiega Orit Siton, la rappresentante del dipartimento che accompagna gli attori. «Anche se i ragazzi non capiscono tutto, è importante che siano esposti alla lingua anche in un contesto diverso da quello delle lezioni tradizionali. Abbiamo già portato lo spettacolo in Olanda, Belgio, Francia, Regno Unito e Romania. Adesso in Italia, e poi andremo in Argentina, Messico, Brasile e Stati Uniti».
I messaggi educativi
«In Israele Oren Smadja è un modello che ha sempre trasmesso valori positivi» racconta l’attore Ido Lidor. «Anche dopo che suo figlio, riservista, è stato ucciso a Gaza l’anno scorso, ha continuato ad allenare e sostenere la nazionale, divenendo una figura ancora più eroica». Nello spettacolo ci sono molti messaggi educativi: il rapporto padre-figlio, il valore dell’impegno, il superamento delle difficoltà. «Ma è uno spettacolo che parla anche di Israele, perché Oren Smadja rappresenta Israele» aggiunge l’attore Nir Shaibi. «Nel testo il padre dice a Oren “sei piccolo, ma ne uscirai forte”. È proprio quello che succede agli israeliani, che grazie al loro spirito non si arrendono di fronte alle avversità e agli ostacoli».