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Visita alla Scuola Giapponese: le seconde primaria vanno a vedere come i bambini puliscono le proprie classi

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Una visita particolare, ma certamente molto educativo, quella che hanno fatto le seconde della primaria alla Scuola Giapponese: sono andate a trovare i bambini loro coetanei per vederli all’opera mentre puliscono le proprie classi. La cultura giapponese ha infatti un tema molto forte di cura dei materiali, che per gli studenti, pure così piccoli, si traduce anche nell’educazione alla pulizia dei propri spazi. La visita era stata concordata con la direzione durante uno scambio di inviti tra coordinatori e docenti, come già avvenuto in passato.

La visita a diverse aule

Le seconde hanno visitato la Scuola Giapponese in due diverse giornate, una classe per volta. Divise in gruppi, hanno visto quattro spazi: l’aula della prima, l’aula della seconda, l’aula di italiano e il corridoio comune. Accolti dalla maestra Elisabetta, insegnante di italiano (che alla Scuola Giapponese è studiato come seconda lingua), si sono intrattenuti con lei nel corridoio guardando il cartellone dei mesi dell’anno con le foto dei bambini e ascoltando una breve spiegazione su come funziona l’attività di pulizia.

Ogni bambino ha un compito

La Scuola Giapponese ha un kit di pulizia per ogni classe, e ogni bambino ha uno straccetto personale con il proprio nome sopra. C’è perfino una macchina che pulisce i cancellini per le grandi lavagne in ardesia dove si scrive con il gesso, posizionate proprio accanto alle più moderne lavagne interattive multimediali. Ognuno ha il proprio compito: chi passa la scopa, chi il mocio, chi sposta i banchi, chi li pulisce. Le prime sono supervisionate da un bambino di quinta, che insegna ai più piccoli cosa fare. I bambini effettuano le operazioni di pulizia tutti i giorni per una ventina di minuti durante l’intervallo dalle lezioni.

I nostri bambini hanno dato una mano

Molto incuriositi, i nostri bambini hanno fatto tante domande alla maestra Elisabetta; terminate le spiegazioni, gli studenti delle due scuole si sono presentati, ognuno dicendo il proprio nome. Con la musica in sottofondo, le pulizie sono quindi cominciate nei diversi ambienti, e alcuni gruppi di bambini della Scuola Ebraica si sono lanciati con entusiasmo ad aiutare i coetanei.

L’entusiasmo dopo l’esperienza

«I bambini sono tornati entusiasti, ispirati dall’esperienza e pieni di idee su come riportarla nelle proprie classi» racconta la morà Elinor. «Una volta rientrati nelle loro aule si sono dati da fare per riordinare i banchi, i sottobanchi, i casellari». Anche le morot della nostra Scuola insistono molto su questo aspetto: «Non abbiamo un momento dedicato, ma anche i nostri bambini puliscono banchi e sedie dopo avere dipinto, per esempio, e comunque tengono pulito il pavimento raccogliendo carte fra una lezione e l’altra» spiega la morà Daniela. «Certo questa visita è stato un bell’esempio educativo». L’attività sarà raccontata nei gruppi tutor-tutee fra seconde e quarte.

La prossima occasione per rivedersi

La visita si è conclusa con l’invito ai bambini giapponesi ad assistere alle attività di Tu Bishvat: la festicciola, la piantumazione dell’albero, la cerimonia. Tutta la primaria sarà coinvolta, ma saranno le seconde, come ogni anno in occasione della Messibat Sidur, a organizzare la celebrazione e portarla in tutte le classi, alla presenza degli amici giapponesi. Uno scambio culturale che continua.

Claralinda Miano

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Alberto Jona Falco

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