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Festa dopo gli esami: consegnati ai maturi i diplomi scolastici e l’attestato Alumni

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Tutti promossi, i 23 maturandi di quest’anno che hanno affrontato l’esame di Stato: 14 del liceo scientifico, 5 del liceo linguistico e 4 dell’istituto tecnico. Ieri, 2 luglio, i ragazzi si sono riuniti nel giardino della Scuola insieme a genitori e parenti per ricevere il meritato diploma che segna la conclusione del ciclo di studi. Insieme ai diplomi, i ragazzi hanno ricevuto anche l’attestato della Fondazione Scuola di “ingresso ufficiale” nella rete Alumni della Scuola Ebraica di Milano. Presenti alla cerimonia il rabbino capo di Milano Rav Alfonso Arbib, il segretario generale della Comunità Alfonso Sassun, l’assessore alle Scuole Dalia Gubbay, il preside Marco Camerini, che ha consegnato i diplomi scolastici, e il presidente della Fondazione Scuola Simone Sinai, che ha consegnato gli attestati Alumni.

Vivere con gioia da ebrei

La cerimonia è cominciata con l’intervento di Rav Arbib, che si è rivolto ai ragazzi: «L’esame di maturità è un momento importante, uno scoglio da superare che molti ricordano per tutta la vita» ha esordito il Rav. «Voi uscite dalla Scuola Ebraica in un momento di risorgenza dell’antisemitismo che non ci aspettavamo, perlomeno non con questa violenza. È una cosa che dovrete affrontare, ma avete studiato, gli strumenti li avete, la Scuola ve li ha dati, ma se avrete bisogno di aiuto noi siamo sempre qui. Soprattutto, la Scuola vi ha fatto vivere momenti di vita ebraica, ed è questo che dovete portare con voi. È importante sottolinearlo perché nei momenti di emergenza come questo c’è il pericolo di fissarsi sull’antisemitismo: non dimentichiamo che siamo qui per vivere da ebrei e non soltanto per difenderci. E questo è quello che vi auguro, di vivere con gioia da ebrei».

Lavorare insieme per il futuro della Scuola

«Complimenti a tutti, ragazzi» ha proseguito Simone Sinai. «Voi sapete che la Fondazione Scuola lavora a fianco della Comunità e per aiutare la Comunità a sostenere la Scuola. Oggi entrate ufficialmente a far parte della “famiglia” degli ex studenti della Scuola Ebraica e l’invito che voglio farvi è di rimanere legati alla Scuola. Vi renderete conto, forse non oggi ma più avanti, che la Scuola vi ha dato tanto: da qui l’invito a contribuire per il futuro dell’istituto. Vi aspettiamo per lavorare insieme».

La Scuola si è prodigata perché tutti ce la potessero fare

La parola passa a Dalia Gubbay: «Tra voi ragazzi c’è chi ha fatto tutta la Scuola qui fin da quando era piccolo, chi è uscito per fare un’esperienza fuori ed è tornato “a casa” portando un risultato fantastico (il 100 di quest’anno), chi è venuto da molto, molto lontano – ci tengo a citarlo – ed è stato per noi un esempio di resilienza, di coraggio e di educazione che ci ha reso molto fieri. I voti sono importanti, ma per ognuno significano qualcosa di diverso: per alcuni è stato più facile, per altri più faticoso, c’è chi è caduto e si è rialzato più volte, ed è qui che abbiamo fatto Comunità e che la Scuola si è prodigata perché tutti ce la potessero fare. Vi auguro il meglio per il vostro futuro, seguite i vostri sogni, e che siano solo vostri, e non dimenticatevi di noi, non potreste comunque. Behatzlachà!».

Attenzione e cura per tutti non sono scontati

Il preside Camerini ha espresso le considerazioni finali: «Quest’anno abbiamo avuto momenti difficili e tante situazioni particolari che necessitavano ognuna un aiuto diverso, un’attenzione diversa e un lavoro diverso. La Scuola è stata dunque capace, sia nei momenti di accordo che in quelli di tensione, di essere sempre vicina ai ragazzi e alle famiglie. C’è sempre stato ascolto e volontà di trovare la migliore soluzione possibile con gli strumenti che avevamo e anche andando a cercare strumenti che non avevamo. Per me lo spunto di quest’anno difficile è che anche nei momenti più complessi dobbiamo ricordarci di rimanere insieme, continuare a dialogare e a sostenerci nel riconoscimento reciproco. Questo è il grande valore di questa Scuola. Siamo riusciti a supportare tante situazioni difficili. Non diamolo per scontato, non è così in ogni Scuola. Avere ascolto, attenzione e cura da parte di tutto il personale scolastico non è così ovvio. Ringrazio quindi il personale della Scuola, gli insegnanti e le operatrici, ma anche le famiglie per i confronti che abbiamo avuto e naturalmente i ragazzi per il loro lavoro».

Un applauso speciale

Al termine dei discorsi, la consegna dei diplomi e dell’attestato a ciascuno dei ragazzi, fra gli applausi dei presenti. Un applauso speciale è andato a Roberto Foletti Raffaeli della Comunità di Verona che, adulto, ha superato da esterno l’esame di maturità. «È stato bello averlo con noi», ha detto Camerini. «Ho molto apprezzato come è stato accolto dai compagni: il suo orale è stato l’ultimo della mattinata e tanti ragazzi si sono fermati apposta per essere con lui e sostenerlo». I ragazzi hanno quindi indossato la tradizionale toga verde per la foto di rito che li ritrae mentre lanciano il tocco (cappello) e per le foto con genitori e parenti. In conclusione, un ricco buffet per tutti.

Ecco le foto dei diplomati di quest’anno.

Claralinda Miano

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Alberto Jona Falco

fotografia
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